Cari lettori,
mi è appena arrivata questa lettera e mi sono sentita una schifezza. Mi lamento ma poi mi rendo conto che sono giovane e ho tutta la vita davanti. In Italia si parla poco di una categoria che io oserei definire gli incastrati.
Chi sono gli incastrati? Coloro che a 50 anni e a 60 anni non sono né carne e né pesce, “vecchi per lavorare” ma “giovani per la pensione”. Cosa hanno in mente di fare di loro ancora non lo sappiamo. Mi appello a voi, qualcuno può dargli una mano? Un lavoretto?
Ecco a voi la lettera:
Ciao Alessia,
sono un signore di 62anni, disoccupato, da circa 2 anni, con famiglia e affitto da pagare, ( faccio presente che ho lo sfratto il 24 giugno 2013, se non pago la somma prestabilita ), l’anno scorso sono stato chiamato giù in calabria presso un resort, metà giugno, ho subito fatto presente la messa in regola del contratto di lavoro, dello stipendio, ecc….passa un giorno, passano 2 giorni, passa una settimana, alla fine parlo con lo CHEF, e mi risponde e tutto in regola, devo solamente firmarlo.
Ti faccio presente che lavoro nel settore alberghiero da circa 40anni, sono un Cuoco…….
E verso la metà di luglio, ho subito un incidente sul lavoro, sono scivolato giù per le scale fra la cucina e le celle frigorifere, dove mi ero recato per approvigionamento della cucina, una scala di ferro anni 60 coperta di grassi e unto di origine alimentare, ( in cucina era tutto fuori regola ) e andavo a collidere contro una porta di ferro lasciata spalancata, in poche parole, hanno dovuto chiamare il 118 e portarmi al pronto soccorso, dopo 3 gg. mi e venuta a prendere la Direttrice, e mi dice che ha saputo che non sono ancora in regola e che dovevo firmare la revoca dell’incidente all’inail, cosichè avendo lavorato tutto il periodo in nero e alla fine
non ho percepito un cent, e di conseguenza non potuto pagare l’affitto e bollette ecc.
Sono disposto a lavorare anche nei supermercati, gastronomie, enoteche, hotel, famiglie private….aiutatemi!!……Abbiamo ancora una dignità…chiedo sopratutto un lavoro, a chiedere non bisogna avere vergogna, se mai e chi lo offre o chi lo dà, se non mantiene la parola, si dovrebbe vergognare, non sono un delinquente e neanche uno che va a rapinare banche………..
In ogni caso questa mia lettera è un rigurgito di orgoglio contro di loro in definizione che mi ha messo tanto malincuore, e in depressione, e con tutto il rispetto che ho, ed il rispetto delle famiglie medio-povere, come lo siamo noi e tantissime altre.
Io ho sempre lavorato in team a contatto diretto con tante persone di tutte le nazionalità, se una persona e innamorata della propria professione e ne viene continuamente gratificata, sarà sempre pronta a lavorare e non si pone nemmeno il problema, io senza l’armonia con la quale svolgo il mio lavoro, non potrei vivere e credo proprio di non aver sbagliato professione e………………nemmeno Vita.
Sono stato a Londra circa 16 mesi, ed ho avuto la fortuna di organizzare con i miei colleghi il matrimonio della pricipessa ANNA D’INGHILTERRA nel 73……….esperienza unica!!
ti ringrazio,
cordialmente,
Vittorio