IL GIORNO DELLE VERITÁ

Gli-stagistiIn casa Bottone ultimamente girano diverse massime.

Nessuna citazione di Ovidio, Platone, Wilde o chicchessia, tutte di mio papà, ovviamente.

La migliore, quella che ho deciso che sarà mia, è “la paura fotte l’uomo”.

Mi sono chiesta quante volte non agiamo per paura delle conseguenze, quante volte non ribaltiamo il tavolo, per mancanza di coraggio, e quante altre volte rimaniamo paralizzati di fronte ad un treno che sta partendo e che forse non ripasserà.

Ovviamente mi riferisco alla questione lavoro, per quanto riguarda l’amore, questo non è il blog giusto per fare questo tipo di riflessioni. Se nella mia vita avessi seguito ciò che dice il titolo della commedia di Giocosa “Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova ” non avrei combinato un tubo.

Perché vi sto facendo questo discorso serio di domenica mattina? Semplice, perché è l’unico momento che ho trovato, e perché credo che tutti noi dovremmo darci una possibilità e crederci fino all’inverosimile.

Sto leggendo “Sono come il fiume che scorre” di Coelho, e l’ho trovato, esaltante a dir poco, anzi no, stimolante. Perché? Perché, senza nulla togliere allo scrittore, e con molta umiltà, mi sento di dire che tutti i suoi pensieri, sono passati nella mia testa ancor prima di trovarli scritti nel suo libro.

Li ho trascritti mentre era seduta su una sedia a dondolo osservando i bambini del Costa Rica giocare, li ho maturati mentre guardavo il sole tramontare sul centro profughi di Goumois, osservando le stelle dell’Uganda, mentre mi trovavo in un hotel a 400 stelle  con tanto di soldati con fucile a fare da guardia mentre mi trovavo in missione con le Nazioni Unite (da semplice stagista, che non ci sbagliamo vero).

Non pensavo in quel modo da anni, ed è stato un tuffo nel passato che mi ha lasciata senza fiato, non riuscivo più a staccarmi dal libro. Tutto questo per dirvi che se per caso, state pensando di abbandonare tutto (tutto cosa?? Non nascondetevi dietro scuse banali, so benissimo che siete degli squattrinati come me, al massimo avete 56 rate dell’auto da pagare da lasciare, tutto di guadagnato), se state meditando di vendere banane per pagarvi il corso di teatro/comico/arredatore/social media marketing super expert/ o art designer, FATELO!

Fatelo, chi se ne frega se le cose andranno male, se tornerete e vi punteranno tutti il dito contro, se non otterrete nulla, raccoglierete esperienza, volti diversi, mille amori o forse nessuno, cene con gente che magari non rivedrete mai più ma che potreste chiamare tra 10 anni per un caffè in una stazione di Verona.

Per anche solo uno di quei momenti io rifarei tutto quello che ho fatto. Laverei le tazze dei clienti irlandesi, pulirei i pavimenti del bar di Parigi, riaffronterei la stagista rompiscatole che odiavo quando vivevo a Bruxelles…e riguarderei il mio capo, mentre entra in ufficio e mi dice: “Volevi vedere l’Africa vero, era il tuo sogno? E allora prenota il vaccino, perché vieni in Uganda con noi in missione”.

Lungi da me dal voler dare lezioni di vita. Penso solo che se non avessi conosciuto le persone che ho incontrato e se non avessi letto nei loro occhi la gioia del conoscere e del fare domande, non avrei mai preso un valigia in mano, e dio che bello alzare i tacchi e andarsene.

Un mio amico una volta mi ha detto:

” Non si può mica viaggiare e scappare per sempre”.

“E perché no?”

“Non lo so, qualcuno mi ha detto così”.

Spero che il vostro cammino sia fatto di coraggio e di incontri, e quando dovrete decidere se rischiare o meno non preoccupatevi della risposta, se ci state pensando, vuol dire che lo state già facendo.

Alessia

“LAVORI?”-” UN PO’, MA NIENTE DI SERIO”

foto 3Italia 1970.

Diploma, laurea (forse), matrimonio, casa, figli, andate in pace.

Italia 2014. 

Diploma, laurea, Erasmus, Master, Dottorato, stage, apprendistato, capelli bianchi, contratto a progetto, stage, co.co.co o co.co.de, cameriere a Londra, spazzacamino in Francia, porta pizze in Italia, gelataio in Germania, stage (di nuovo??), matrimonio (non scherziamo proprio), figli (e chi li mantiene?), 80 Euro di Renzi= più kebab per tutti, contratto a tempo determinato, flessibilità.

La nostra società è cambiata. Il mondo del lavoro (un mondo peraltro sconosciuto) pure. Se nel 1970, 1980 e 1990 l’iter nasco-cresco-imparo-evolvo e mi riproduco era abbastanza lineare, oggi la procedura risulta essere più complicata e, a voler essere sinceri, non sempre confluisce in un miglioramento, al massimo in uno stage, o in un Erasmus per 50enni, così giusto per “reinventarsi” e stare sul pezzo.

Ormai ci “abbiamo fatto il callo” e in fondo “Precariare “, diceva una mia collega quarantenne con le occhiaie fino alle ginocchia, alla quale non ho avuto il coraggio di rispondere: “Veramente mi sembra che tu sia messa maluccio”.

In chat, su whatsapp, via sms, non ci si chiede più come va. Si arriva direttamente al sodo. In genere inizio i lunedì mattina in modo molto gradevole con amica 1 che scrive”io non garantisco per oggi, forse mi licenzio”, amica 2 che scrive” No dico ed io ho fatto tutto questo per ottenere questo” e amico 3 che tenta un remake di “Come uccidere il proprio capo e vivere felici” per concludersi in amica 4 che mi scrive “Dammi un buon motivo per restare, a parte le due settimane di contratto a chiamata ( e sempre se chiamano).

Nella disperazione io mi diverto un sacco a rispondere ai loro messaggi, siamo una sorta di terapia di gruppo, due insulti e passa la paura insomma.Fino qui tutto nella norma insomma. Ciò che veramente disturba però è chi se ne approfitta di questa insana situazione.

Immaginate di avere ancora 19 anni e di essere pronti per la vostra carriera universitaria.Qualcuno, dei pazzi forse, hanno scelto di occuparsi degli altri. Sì, lo sappiamo, non va di moda, ma c’è ancora qualche personaggio idealista in giro che spera di mettere giù qualche mattoncino per costruire un mondo migliore, o forse per non vederlo peggiorare tutto ad un tratto.

Ma torniamo a noi. Lui o lei hanno scelto facoltà tipo psicologia, scienze politiche, scienze dell’educazione, etc, e sono pronti ad avventurarsi nel mondo del sociale ma, non sono consapevoli che il mondo del sociale, non ha nessuna intenzione di lasciarli entrare, perché non sia mai a dire che i 900, 00 Euro al mese di stipendio vengano condivisi con altri pazzi e idealisti disposti a lavorare per tale cifra!!!

Succede allora, che si comincia con uno stage, senza rimborso spese, si finisce con un volontariato che volontariato non è, e poi si conclude con un altro stage per tutelare i diritti umani, per associazioni che vogliono promuovere valori quali la giustizia, la cooperazione, la salute, e diritti quali il lavoro. ….del diritto però ad essere ricompensati, nessuno ne parla!

Paradossale no? Associazioni e ong che tentano di consapevolizzare gli esseri umani in merito ai loro diritti inviolabili, per poi ritrovarsi a dire” ci dispiace stagista e o finto volontario, il massimo che possiamo offrirti è una scrivania per lavorare per noi, ma sappi che è un grande onore, perché li fuori siete tanti candidati, c’è solo l’imbarazzo della scelta”.

Eh già perché per fare del bene, devi avere le spalle coperte, perché la gavetta è lunga, e al massimo ti ringrazieranno con due pacche sulla spalla. Però sei stato scelto, mica pizza e fichi.

Dopo aver fatto un po’ di sano sarcasmo vi allego il link della mia inchiesta nel mondo del No Profit. Vi farete un’idea, o forse solo il sangue amaro, o forse costituirete un gruppo di alleanza come il nostro. In ogni caso qualcosa farete, e sarà meglio che non far nulla, vista la tendenza attuale all’omertà.

Il No profit che non paga

Alessia

 

UNA FESTA PER CAMBIARE

tuttosumiamadre28 Marzo, Festa delle donne.

“Sai Alessia, tu parli spesso di disoccupazione, ma non ti occupi di chi un lavoro ce l’ha e non lo soddisfa”.

Mi ricordo di questa conversazione come se fosse ieri. Ero basita, una frase del genere, in tempi neri come questi,  sembra quasi una sfida nei confronti di chi invia cv che finiscono direttamente nello spam.

Un anno dopo mi rendo conto che, forse, quella ragazza non aveva tutti i torti.

Parlo poco di chi il suo lavoro non lo sopporta, di chi vorrebbe cambiare, ma non ci riesce, di chi un lavoro ce l’ha ma non sa dove lasciare i figli durante tutte quelle ore perché mancano i servizi,  di chi lavora tanto e si ritrova a fine mese con il porcellino vuoto e i sensi di colpa per non essere riuscito, neanche questa volta, a mettere via qualcosa, o magari a pagarsi un affitto di casa e sentirsi indipendente.

Una festa per ricordare, una festa per cambiare

Oggi che è l’8 Marzo allora ho colto l’occasione per pubblicare una lettera di una “madre indignata” che si ritrova a fare i conti con un problema all’italiana, la mancanza di asili, le graduatorie, le rette, la difficoltà di essere donna, madre, disoccupata e qualche volta lavoratrice perché essere mamme in Italia può essere molto difficile, se non hai una nonna che ti tiene i bambini, se guadagni meno di quanto ti chiedono per tenerlo il tuo bambino, se il tuo capo spera che tra carriera e famiglia, sceglierai sempre la prima, se per motivi diversi sei rimasta sola e sei giovane, e devi imparare a fare da papà oltre che da mamma.

La lettera

“Ciao Alessia Sono una ragazza madre di 30 anni  residente a Settimo milanese dagli anni 80, a dicembre è nato il mio bimbo cercato con tanto amore. Purtroppo la ditta nella quale lavoravo ha chiuso e perciò risulto disoccupata, monoreddito con un mutuo e un figlio a carico,  ho compilato il modulo per iscrivere mio figlio al nido nella certezza venisse inserito così da poter cercare lavoro, che molto probabilmente ho trovato, ma ecco la sorpresa leggendo le graduatorie del nido, siamo in lista d’attesa!

Rimango basita leggendo nell’elenco dei bimbi accettati la presenza di nomi di bambini che devono ancora nascere, possibile?! Sì per il comune  questo è un criterio corretto, mi hanno dato dei nominativi di nidi privati convenzionati ma in altri comuni, bisogna pagare all’iscrizione una tassa cospicua più pannolini, lavanderia ecc tutto fuori dalla retta mensile (io pagherei 260 euro l’iscrizione, 210 euro pannolini più mensilmente 50euro di lavanderia e 180euro di retta, 40euro di pre e post scuola) se il nido non accetta mio figlio perché ci sarebbe da fare un’altra graduatoria, i soldi dell’iscrizione vengono persi, per una persona che non ha lavoro vi sembra logico?!

L’altro suggerimento del Comune è quello di accettare il lavoro e affidare il bimbo ad una tata, quindi lavorerei per dare lo stipendio alla baby sitter…?Nel frattempo aspettare l’anno prossimo per le nuove graduatorie.Sono molto dispiaciuta, ma sono arrivata alla conclusione che forse al comune interessa di più  incassare 400 euro a bambino, invece che 180, senza tutelare chi è in difficoltà. Una madre indignata.”

Per tutte le mamme e le donne il mio augurio che da Facebook è direttamente passato su Uninews 24 grazie a Valeria Esposito Vivino.

“Per me il vero 8 marzo sarà il giorno il cui non ci vorranno le quote rosa per vedere le donne in Parlamento o nei Consigli di Amministrazione; non sarà necessaria una legge più severa per punire la violenza; non ci sarà bisogno di una rivoluzione per poter guidare, studiare, parlare ; quando nessuno penserà “in fondo se l’è cercata, aveva la gonna corta”; quando chiuderanno le associazioni che curano le donne acidificate del Pakistan, o quelle che salvano le bambine e le donne dai matrimoni obbligati e dalle lapidazioni; quando il gap salariale sarà un lontano ricordo, quando ai colloqui non chiederanno “hai intenzione di fare figli, sennò la risposta è no”, quando le donne avranno smesso di emulare gli uomini per sentirsi meno fragili e quando gli uomini avranno capito che sì, ce la facciamo da sole, ma che non possiamo e non vogliamo fare a meno di loro”.

Alessia Bottone

HAI SCELTO PROPRIO IL MOMENTO SBAGLIATO

“Mi daresti qualche consiglio per poter fare questo lavoro?”

Risposta: “Hai scelto proprio il momento sbagliato”.

Avanti, non siate timidi, quanti di voi se lo sono sentiti dire in questo funesto periodo, che peraltro affonda le sue radici ancor prima del 2008, bensì nel 1987 durante LA CRISI.

Da che sono nata mi ricordo che c’è una crisi, ma sorvoliamo.

Torniamo a noi.

Ogni volta che ci azzarda a chiedere una qualche informazione in merito ad una professione che non sia il chirurgo, il magnaccia o lo scafista ti rispondono così.

Ora, ammesso e concesso che sia pure vero quello che mi rende furiosa non è la crisi in se, che tra l’altro è ufficialmente iniziata quattro giorni prima della mia laurea bensì la maniera italiota di lavorare.

Non sono mai stata una di quelle che dice “all’estero va tutto bene”, ma vi posso assicurare che lì un si è un si e un no vuol dire ancora no, non ni, come piace tanto rispondere agli italiani.

Abbiamo ormai appurato che diventare multitasking è risultato solo un modo per indorare la pillola del multiskazzing che tra l’altro non comporta un miglioramento a livello di denari e fiorini, visto che il risultato è sempre 0 Euro e quindi convengo con chi dice che lo sbattimento non porta grandi frutti ma un gran giramento di olive.

Allora, propongo un bel gioco per il 2014. Impariamo a dire:”Non mi interessa”.

Prendiamo delle email a caso di coloro che ci inviano i loro cv, le loro richieste di collaborazione, le loro supplichevoli parole di speranza e fiducia nelle loro capacità e rispondiamo :” Né ora e né mai”.

Impariamo a farcene una ragione e a chiudere capitoli, libri, enciclopedie, volumi stratosferici si speranze.

Perché la gente ci spera, eccome se ci spera ed è un peccato sapere che tutte le loro speranze siano racchiuse in un messaggio di posta elettronica o in una telefonata alla quale non si risponderà, mai.

Buon 2014 a chi resta, a chi se n’è già andato, a chi si chiede che ne sarà di lui.

Ps. Siccome mi piace chiudere in bellezza vi allego un post comico dedicato al lavoro. Buona lettura

Ora che hai un lavoro

Alessia

 

“CIAO ALESSIA, PER NOI È SI”

20131115_214547Verona, 16 Ottobre 2013.

“Ciao Alessia, volevo dirti che il tuo progetto mi piace e che pubblichiamo il tuo libro”.

L’ho ascoltato 1978 volte quel messaggio. Non potevo crederci.

Sta succedendo proprio a me?

Poi ho cambiato sim del telefono e sono passata a Tim e il messaggio in segreteria si è cancellato. Peccato. Poco male, in ogni caso non dimenticherò mai quel momento.

Oggi, a distanza di un mese da quel giorno è arrivato il contratto e nel 2014 uscirà il secondo libro con la casa editrice Kowalski, Idee editoriali Feltrinelli.

Vedete, quest’ anno me ne hanno dette di tutti i colori. Più mi dicevano non ce la farai mai e più mi intestardivo.

“C’è la crisi Alessia.” E chi se ne frega della crisi!

“Non hai la laurea giusta.”

La laurea l’ho presa per essere libera, non per farmi incastrare dai luoghi comuni.

Se vi faccio questo discorso è per dirvi che non importa dove arriverete, l’importante è provarci, crederci e fare di tutto affinché ciò che desiderate si realizzi.

Con “Amore ai tempi dello stage” volevo lanciare un messaggio. Anche se sono “piccola”, anche se sono sconosciuta ce la farò. Non so se ce l’ho fatta, ma ci ho provato.

E dal primo libro, poi è arrivato il secondo. Forse potrebbe concludersi tutto, forse potrei andare avanti, non lo so. Forse darò sempre e solo una precaria da “Megaditta”, oppure una precaria che scrive libri. L’importante è che io resti la sognatrice di sempre.

E che possa essere così anche per voi.

Dedicato a chi ha un sogno che non lo lascia dormire. A chi non può far altro che inseguirlo.

“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare.” H.L. 

Alessia

VITA PRECARIA DI GIOVANI TACCHINI

BergamoCari lettori,

un post velocissimo per aggiornarvi. Sono di corsa visti i numerosi eventi che mi attendono per il libro! Sono talmente iperattiva che a volte mi chiedo come faccia ad essere così squattrinata! L’equazione non mi torna!

Comunque, mi ha scritto Angelica Isola, giornalista radiofonica impiegata alla Radiotelevisione svizzera segnalandomi il libro che ha da poco pubblicato.: “IL MURO, Vita precaria di giovani tacchini” (Ed. Fondazione Mario Luzi).

Il titolo è davvero invitante e quindi ho deciso di condividerlo con voi….chissà, magari ci s può trovare qualche spunto per la nostra vita precaria!

Per tutto il resto vi aggiornerò a breve. Posso solo dirvi per ora che vi aspetto a Seriate alle 20.30  per la presentazione di Amore ai tempi dello stage in collaborazione con la CGIL Bergamo.

A presto!

Alessia

VUOI DELLA MAIONESE? NO C’É CRISI

 Hot dogIo adoro il mondo del lavoro è come gli uomini. Più che cresco e più trovo divertenti (il primo un po’ meno).

Partiamo dal principio che è meglio.

Esiodo scriveva “In principio era il caos” io aggiungo oggi siamo messi pure peggio!

In quest’ultimo mese di assenza ho avuto il piacere di farmi raccontare alcuni colloqui di lavoro Un’esperienza che consiglio a tutti perché vi permette di spanciarvi dalle risate per un costo pari a 3,00 euro (biglietto dell’autobus per arrivare alla sede del colloquio + caffé per svegliarvi e farvi sembrare sul pezzo).

La miglior domanda del momento è senza dubbio “ma non è che dopo: se ne va/ ci lascia a metà contratto/ scappa con la badante etc.?

Ora la miglior risposta sarebbe:li legge i giornali? Ma dove vuole che vada? Ma soprattutto se il contratto è di due mesi, come faccio ad andarmene? Neanche il tempo di sedermi alal scrivania che è già ora di prendere quel poco Tfr maturato e spenderlo in spritz per dimenticare che il giorno dopo sarete di nuovo a spasso!

Suvvia datori di lavoro non arrabbiatevi per la mia ironia, siamo ragazzi (più o meno), abbiamo bisogno di riderci su. E poi basta con questa storia della crisi, la mettete ovunque, segna cognizione di causa.

“Vuoi della maionese nel panino? No c’è crisi!”

Si c’è crisi, ce n’è tanta, così tanta che si fa di tutto per raggranellare quattro spicci ma se vogliamo evitare che da crisi economica si trasformi in crisi emotiva sarà meglio cambiare l’approccio.

Come dice sempre mio papà “A questa crisi ci siete arrivati preparati, vi ho preparato per bene,noi siamo in crisi da anni.”

Ma soprattutto basta con questa storia della flessibilità, perché più che flessibili siamo diventati oggetti al servizio delle poche ore di lavoro che ci vengono concesse dagli dei.

Ragazzi miei io continuo nella mia ricerca di un lavoro, nella scrittura e con i miei mille lavoretti precari, sicura che un giorno le cose andranno meglio.

Vi aspetto a Perugia il 10 Novembre al Festival Umbria Libri 2013

A presto

Vostra Alessia

 

Cosa resterà di questo Festival?

Foto BasilicataPotenza- Salerno, 4 settembre 2013.

-“Questo Paese fa proprio pietà.”

-“Ma no signora, tasse a parte, guardi che bellezza, che paesaggio brullo. Lo sa che è davvero bella la sua regione. I trasporti fanno pietà, ma per il resto chapeau.”

-“Nono te lo dico io e poi guarda questi anzianotti con le canottiere e le ciabatte che camminano per strada. Non sono decorosi.”

Apro il libro “Bel- Ami”, mi metto a leggere e chiudo la conversazione. Secondo me i signori anziani con le canottiere sono caratteristici e anche un po’ poetici e sinceramente non me ne frega niente di come si vestono.

La verità è che sono rimasta incantata, la Basilicata è davvero una bellissima regione, affascinante, difficile da comprendere e sicuramente poco conosciuta. E’ vero, manca tutto. Mancano i trasporti, mancano le strutture ricettive, l’organizzazione ei divertimenti, ma non manca il potenziale. Le risorse naturali di cui dispone, il calore e l’accoglienza dei lucani, l’aria pulita, il cielo limpido e i paesaggi che richiamano il  Grand Canyon sono, anzi no sarebbero la fortuna di questo luogo dimenticato o meglio mai conosciuto.

Ricordo, con un po’ di disgusto una pubblicità che ho avuto modo di vedere un paio di mesi fa. Un ente dedicato all’organizzazione viaggi promuoveva vacanze lucane con lo slogan “La Basilicata c’è”. Grazie per l’informazione, lo sapevamo pure noi che c’era assieme alle altre 19 regioni. Il problema è che in Italia c’è tutto, ma non lo sfruttiamo come dovremmo!

BasilicataAndiamo al mare a Rimini, ma non conosciamo Matera o Maratea e nemmeno Metaponto, Policoro, Monticchio Laghi e forse non siamo nemmeno al corrente che la Basilicata possiede uno sbocco sul Tirreno di 33 chilometri.

In tanti mi chiedono perché mi accanisco con questa regione. Perché è una storia all’italiana, il suo emblema se vogliamo. Risorse, possibilità, occasioni e potenziale mal sfruttato.

Allora vi racconterò di questa regione attraverso le sue persone. Il titolare della pizzeria vicino al porto che mi regala un cesto di pane perché sono rimasta senza e il supermercato è chiuso. Poi c’è Giovanni che da ventiquattro anni porta avanti e dietro i turisti lungo la costa con la sua barchetta.

Maratea1Poi è la volta di Giovanni che ti accoglie nel suo B & B e ti accompagna al porto tutte le volte che devi andare in barca e sei senza auto. Lo fa volentieri.

Infine è la volta dei grandi sorrisi e del “noi restiamo” di tanti giovani di Rionero in Vulture che si sono dati da fare per creare qualcosa di diverso, un festival dedicato al confronto unendo l’amore per la cucina, il vino e lo stare insieme.

Nasce così Psi. so.fi in una cittadina di 15.000 abitanti portato avanti con grande successo.

Poi ci sono io, che sono stata loro ospite per qualche giorno, che ho portato il mio punto di vista sul palco, che ho avuto il tempo di portarmi via un bel ricordo di questa esperienza lucana prima di tornare ai miei 1500 impegni precari e non retribuiti (ovviamente).

FestivalVi consiglio il prossimo anno di fermarvi a Rionero e cercare quei ragazzi volenterosi, di fare un giro sul battello che ogni giorno fa il giro del lago di Monticchio e godervi il tempo che scorre, lentamente.

Tornerete a casa più energici e combattivi di prima, in barba alle statistiche sulla disoccupazione.

Un po’ come me adesso.

A presto

Alessia

TU VUO FA’ L’AMERICANO!

americano-a-roma-alberto-sordiDomenica 25.08.2013 ore 17.00

“Alessia, ti vuoi sbrigare a rispondere a questa benedetta chiamata  Skype? Dai che tra fuso orario e ritardi si fa notte.”

Sempre così fra me e mio amico italoeormaiquasiamericano. Chiamate a orari impensabili, fuso orario e oceani dimezzo. Abbiamo iniziato a viaggiare assieme nel 2006, ci siamo scontrati nuovamente in Belgio poi lui ha continuato, io mi sono fermata. Un paio d’ore per raccontarsi progressi e dubbi.

Lo scontro fra chi è partito (lui) e chi è rimasto (io).

Insomma, vuoi dirmi cosa stai combinando?”

Bella domanda amico mio, non saprei cosa risponderti. Ho un contratto in mano. Lavorerò per tutto il mese di settembre, continuo a scrivere per il giornale che ormai è diventato giorno dopo giorno la mia più grande passione e fonte di felicità e poi c’è lui…Amore ai tempi dello stage.

“Ti basta Alessia?”

Per vivere no amico mio. Per fare tutte quelle cose che dovrebbero fare i miei coetanei no. Per prendere quel famoso monolocale con balcone e metterci le primule nemmeno.

“E per sognare?”

Per sognare si, è ciò che voglio di più al mondo. Restare, scrivere e essere autonoma economicamente. Sogni normali no?

“Se tu venissi qui ci metteresti un attimo a trovare un ristorante e poi il resto si vede.”

E se avesse ragione? Dubbi. Chi non ne ha oggigiorno?  Eppure so che sto facendo la cosa giusta, per ora. Abbiamo raggiunto un accordo. Se allo scadere del 2013 mi ritroverò nella stessa medesima situazione farò un salto da lui e proverò il sogno americano.

Ma in fondo io cosa me ne faccio del sogno americano? Ho già 45020 tipi di sogni da realizzare, non mi sembra il caso di aggiungerne altri.

PSI.SO.FIA proposito di viaggi, oggi è lunedì e mancano pochi giorni alla partenza. Venerdì me ne andrò in Basilicata e ci resterò fino al 5 settembre. Presenterò il mio libro al Festival delle arti umanistiche PSI.SO.FI.

L’incontro è previsto per il 1° settembre. Durante  il dibattito “Generazione in bilico” si discuterà della questione giovanile.. Tra lavoro e sogni, proposte per il futuro che verrà…

Si ma quale futuro? Quali sono le proposte per l’Italia di domani? Cosa può realmente fare un giovane che decide di restare in Italia? Io ci sto pensando da giorni alle mie idee. Voi ne avete? Ci sarete al Festival? Io non vedo l’ora di attraversare l’Italia in treno e visitare il mio amato Sud Italia.

Il Festival dura tre giorni e, sulla scia delle sagge parole di  Henri Laborit “in tempi questi la fuga è lunico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare» ho pensato di cogliere l’occasione per visitare la Basilicata, questa sconosciuta.

Ho preparato un mini-tour da fare tutto in autobus, zaino e tenda in spalla.

E voi? Siete ancora lì? Siete partiti o siete rimasti? Vi siete pentiti o avete finalmente trovato la vostra strada…o se proprio il vostro biglietto aereo!?

Vi aspetto domattina alle 11.30 su Rai Radio 1. Mi intervisteranno durante il programma Start con Lorenzo Opice e tutti i miei minuti a disposizione saranno dedicati a lui, Amore ai tempi dello stage, il mio “odi et amo” per eccellenza.

A domattina and stay positive!

Alessia Bottone

CIAO SIGNORE DAGLI OCCHI AZZURRI!

Uno Mattina 2Cari lettori,

ormai non faccio altro che scusarmi. Sono sempre indietro con il blog, e non riesco a seguirne due alla volta. I nostri appuntamenti sono sempre più diradati, ma Danordasud continua comunque ad esistere.

Volevo aggiornarvi circa le ultime news.

La prima: Il mio contratto scadrà venerdì. Apriti cielo, d’ora in avanti martellerò i giornalisti per recensire “Amore ai tempi dello stage”. Forse saranno talmente stanchi di me da chiedermi loro stessi di emigrare 🙂

La seconda: questa settimana sono stata ospite di ben due trasmissioni televisive : Agorà e Uno Mattina. Durante la prima si è parlato di crisi e e vacanze e precariato; durante la seconda invece si è parlato del famoso precariato sentimentale. Finalmente sono riuscita a parlare per ben 5 minuti di fila senza neanche essere interrotta. Un lusso praticamente. Scherzi a parte ne approfitto per ringraziare la redazione, i registi e tutti coloro che stanno nel back stage, parrucchieri compresi. Persone meravigliose e capaci di strapparti un bel sorriso prima della diretta.

Tra l’altro approfitto per ringraziare Cosimo Giuliano che mi ha scritto dopo la puntata e ha sottoposto alla mia attenzione il suo interessantissimo blog.

http://ilprecario.blogspot.it/ Cosimo è un ragazzo di Taranto, figlio della crisi come noi che gira per l’Italia con lo stesso entusiasmo di un non italiano. Ha tanti sogni, come noi del resto e li insegue con la giusta carica e motivazione. Vi consiglio di leggere i suoi articoli. A proposito scrive per Fan Page, Linkiesta e mooolto altro!

La terza notizia invece è meno bella, (permettetemi questo aggettivo, è lunedì mattina e sono provata anche io )

Mi riferisco a lui, quel signore di 83 anni che ho conosciuto in Stazione a Roma al Mc Donald. Non posso dirvi il suo nome, ma posso dirvi che non gli hanno versato i contributi e che oggi chiede qualche monetina per vivere. Mi si è stretto il cuore, io così giovane, lui così anziano. Occhi azzurri, una salute di ferro, ma la consapevolezza che la vita non gli abbia sorriso abbastanza. Allora io vi chiedo, se lo vedete per strada, con il suo borsone, salutatemelo e se ne avete la possibilità aiutatelo.

La tanto millantata solidarietà che si sta riscoprendo ai tempi della crisi a parer mio è pura illusione e vedo ancora troppo individualismo. Certo, io sono stata aiutata da tanti di voi, e il vostro entusiasmo mi ha spinto ad andare avanti con il blog, con il libro etc. ma siamo ancora lontani e la fuori qualcuno ha bisogno di noi.

Ciao Signore dagli occhi azzurri, ciao ragazzi e buon inizio settimana

Alessia